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  • Immagine del redattoreLuca Baj

Il trader che fece tremare Wall Street

380 anni di carcere erano stati chiesti per Navinder Singh Sarao, il trader londinese di origini indiane che nel 2010 fu giudicato responsabile del crollo del mercato azionario statunitense. I principali indici di Wall Street, il Dow Jones, il Nasdaq e lo Standard & Poor’s, precipitarono. Addirittura il Dow Jones sprofondò di oltre 600 punti. Un effetto definito con il termine “flash crash”, passato alla storia e valse circa mille miliardi di dollari. Il giovane, all’epoca aveva comprato e venduto azioni dalla sua camera da letto dove viveva con la famiglia nel quartiere Hounslow di Londra e guadagnò 12,8 milioni di dollari solo con il flash crash e 40 milioni di dollari in totale con il trading fraudolento, cifra in parte persa restando vittima egli stesso di schemi illegali, secondo fonti della Bbc. Per questo, nel procedimento davanti al Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti, era stato accusato di avere commesso 22 reati, per una pena totale di 380 anni di carcere. Il risvolto positivo della vicenda l’ha dato Virginia Kendall, il giudice federale di Chicago, concedendogli solo un anno di arresti domiciliari, valutando la sua diagnosi di autismo, dei quattro mesi passati in carcere nel Regno Unito nel 2015 e la cauzione che pagò per essere rilasciato. Le sue due condanne sono state per truffa via web e “spoofing”, cioè manipolare il mercato attraverso l’immissione di ordini che non vengono portati avanti, con particolari software per comprare e vendere sul Chicago Mercantile Index, grazie ad un software da lui ideato.

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