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  • Immagine del redattoreLuca Baj

Tecnologia, 16 supercomputer contro il virus letale

Nasce negli Stati Uniti l’alleanza tra aziende del mondo della hi-tech, con l’obiettivo di mettere a disposizione dei ricercatori di tutto il mondo 16 supercomputer per identificare terapie e vaccini contro il coronavirus. Attrezzature in grado di elaborare vasti dati ed effettuare operazioni complesse sul comportamento delle molecole. La velocità di elaborazione è più veloce dei normali hardware, tra questi il Summit, il supercomputer più potente al mondo, gestito da membri del High Performance Computing Consortium Covid-19. L’annuncio dato dall’Office of Science and Technology Policy della Casa Bianca, informa che al progetto lavorano i membri dei diversi laboratori nazionali del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti. Inoltre il consorzio comprende il MIT, il Rensselaer Polytechnic Institute, la NASA e la National Science Foundation. In più, ci sono Google Cloud, Amazon Web Services e Microsoft che gestiscono i servizi basati su cloud per accelerare il lavoro di ricerca. E’ possibile unirsi al consorzio se si fa parte del mondo accademico, di governi o di imprese presentando proposte al consorzio attraverso il loro sito web https://covid19-hpc.mybluemix.net/ che sarannoesaminate da esperti in high-performance computing, biologia e di altre aree. Il lavoro del consorzio è coordinato da IBM che ha contribuito a costruire una serie di supercomputer che hanno una potenza di elaborazione di 330 petaflop, in grado collettivamente di eseguire 330 milioni di miliardi di calcoli al secondo. Il solo Summit può fornire 200 petaflop.