Pmi: più tassate dei giganti del Web
Secondo una indagine condotta dalla Cgia di Mestre, associazione che riunisce artigiani e piccole imprese, le Pmi italiane subiscono un peso fiscale pari al 59,1% dei profitti, a differenza delle imprese multinazionali giganti del Web, sulle quali peserebbe soltanto un carico fiscale pari al 33,1%. Secondo Paolo Zabeo della Cgia, questi dati risultano inaccettabili, in quanto si attesta come “sulle piccole imprese il carico fiscale sia quasi doppio rispetto a quello che grava sui giganti tecnologici presenti in Italia. Un'ingiustizia che grida vendetta, non tanto perché su questi ultimi grava un peso fiscale relativamente contenuto, ma per il fatto che sulle nostre Pmi il peso delle tasse e dei contributi è tra i più elevati d’Europa". Alla base di questa constatazione c’è la tassazione agevolata degli altri Paesi che procura un risparmio fiscale. L’obiettivo principale della nuova manovra dovrà essere quello di tagliare profondamente il carico fiscale delle imprese italiane. Questo obiettivo, alla luce di questi dati, risulta difficile da attuare, in quanto “sarà molto difficile recuperare altre risorse per ridurre in misura altrettanto significativa le tasse su famiglie e imprese”. Inutile quindi evitare l’aumento dell’Iva, se dall’altra parte c’è sempre più bisogno di ricercare risorse da parte del Governo per ovviare al problema imminente di un nuovo rialzo sia dell’Iva che delle accise sui carburanti.