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  • Immagine del redattoreLuca Baj

Pmi: primi segnali di stallo


I dati emersi dall’ultimo Rapporto Cerved Pmi 2019 (studio che analizza la situazione economico-finanziaria delle Piccole Medie Imprese), presentato nei giorni scorsi a Milano, fotografano una realtà tanto preoccupante quanto ormai statica della realtà delle piccole e medie imprese. Negli ultimi cinque anni sembrava che le Pmi italiane avessero ripreso una lenta crescita. Questa crescita non solo sembra essersi bloccata, ma gli indici di redditività risulterebbero addirittura in calo. Nel 2018, la natalità delle imprese, ha registrato un picco con un record di nuove società di capitale, mentre è di contro aumentato il numero di Pmi che hanno avviato procedure di default o di liquidazione. Anche nel 2019 i fallimenti sono tornati ad aumentare. Gli indici di redditività risultano anch’essi in calo, cosa che non succedeva dal 2013. Tutti segnali, questi, che suggeriscono la fine della fase positiva alla quale stavamo assistendo. C’è una cosa però che desta ancora più preoccupazioni, ossia l’entrata in vigore del nuovo codice della crisi aziendale, il quale ha riformato la disciplina fallimentare. Ma questo ha un prezzo e gli esperti Cerved sostengono che questa riforma organica richiederà alle Pmi ingenti investimenti per dotarsi di sistemi e competenze di risk management e per adeguare la propria governance alle nuove normative: “perché questo passaggio abbia successo, e i benefici superino i costi, è necessario investire informazione: delle imprese, che spesso non conoscono o non hanno compreso la portata dei cambiamenti; dei professionisti, che devono acquisire competenze di risk management e accompagnare gli imprenditori in questi cambiamenti”.


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