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Legge di bilancio, “manovra delle tasse”?


In allegato al testo della legge di bilancio giungono sul tavolo del Senato anche i primi numeri che rischiano di far etichettare la manovra come una vera e propria “manovra delle tasse”. Di fatto, i dati emersi, mostrano che approderanno circa 5,516 di aumenti fiscali nelle casse dell’Erario. Di certo assisteremo alla battaglia tra opposizione e maggioranza per modificare la legge di Bilancio e respingere l’assalto fiscale. Dalle cifre emerge, però, che il gettito previsto è quasi pari alla rimodulazione dell’Iva ipotizzata dal ministero dell’economia. Nello specifico gli aumenti fiscali riguardano: la dta di banche e assicurazioni (1,64 miliardi), la plastic tax (poco meno di 1,1 miliardi, anche se secondo il governo questo non avverrà perché i frutti della Plastic Tax salgono nel 2021 a 2,19 milardi, e tali rimangono anche nel 2022), la rivalutazione di terreni e partecipazioni, gli ammortamenti dei concessionari autostradali, la “tassa sulla fortuna”, l’abrogazione della Flat Tax nella fascia che va da 65 a 100mila euro, la sugar tax (233,8 milioni), la web tax (708 milioni), l’accisa produzioni inquinanti, l’Ace alleggerita, le accise tabacchi (88,4 milioni), i buoni pasto carta, la rimodulazione fax tax fino a 65 mila euro (103,5 milioni di euro), la royalties idrocarburi, la tassa sulle cartine (30,6 milioni), il bollo dei certificati penali, i diritti consolari, le plusvalenze immobiliari al 26% (19 milioni di euro), la fusione Imu, deducibile in parte e Tasi, integralmente deducibile (14,5 miliardi di euro), l’iva campione d’Italia (6,1 milioni). A questo conto vanno poi affiancate tutte le norme che andranno ad inasprire i controlli fiscali nella lotta all’evasione, senza dimenticare l'obbligo di Pos e le sanzioni per chi rifiuta i pagamenti con carta (868 milioni di euro). La preoccupazione è che per il 2021 il conto possa aumentare di nuovo, poiché risentirà degli effetti del 2020. La "grande stangata" ormai è alle porte e porta un conto salato: più di 5 miliardi di aumenti fiscali. Eppure il premier aveva promesso: "non è e non sarà la manovra delle tasse”.