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  • Immagine del redattoreLuca Baj

Plastix Tax: ferma contrarietà dei produttori romagnoli


E’ ormai chiara la volontà del Governo di virare verso una svolta green nel settore delle imprese, senza che questa però abbia un effetto punitivo per le stesse. L’obiettivo principale dell’introduzione di una economia circolare è quello di ridurre la quantità di rifiuti e l’inquinamento, tutelando così l’ambiente. Una delle misure con maggior impatto per le aziende è sicuramente la plastic tax che, in particolare modo, colpisce il territorio emiliano-romagnolo, culla della Packaging Valley e principale area di produzione di plastica nel territorio nazionale, come sostenuto da Valter Caiumi, Confidustria Emilia Romagna. La misura, infatti, secondo quest’ultimo, farebbe raddoppiare il costo della materia prima e di conseguenza produrrebbe uno svantaggio sui concorrenti esteri, non risolvendo il problema dell’eliminazione della plastica da certi imballaggi, il cui costo si scaricherebbe sul consumatore finale. Chiara è la posizione discordante di Caiumi, il quale sostiene che “l’imposta determinerebbe un incremento del 110% del costo della materia prima oltre a essere il frutto di azioni troppo roboanti che non producono cultura, né danno la possibilità di avviare nuove azioni innovative per avere soluzioni nel medio lungo periodo». Insomma si tratterebbe di un calcolo frettoloso solo per fare quadrare la manovra di fine anno, senza studi di fattibilità”. Al coro si aggiungono gli imprenditori locali, tutti concordi nel ritenere la plastic tax un’imposta troppo pesante per i produttori, già impegnati a pagare una tassa al consorzio Conai degli imballaggi e soprattutto concordi nel ritenerla una tassa punitiva a loro discapito per l’inefficienza del sistema di raccolta rifiuti.


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