Dure contestazioni alla May dopo l’accordo con l'UE
Dure contestazioni per il Governo di Teresa May. I sostenitori più radicali della Brexit hanno analizzato il testo dell’accordo raggiunto e sono diversi i motivi di malcontento soprattutto tra le ali più intransigenti del partito conservatore. Ciò che si teme maggiormente è l’arrivo della sfiducia per l’esecutivo della May dopo che l’ultraconservatore Jacob Rees-Mogg ha lanciato l’appello a presentare la mozione in questi giorni. Lo scenario peggiore che si potrebbe configurare è quello del no-deal che getterebbe forte incertezza sulla situazione britannica. Il prossimo passaggio in commissione europea di aspetta per il 25 novembre quando è in programma un nuovo summit. La criticità maggiore è rappresentata dalla questione dei confini nordirlandesi. Per gli accordi presi fino ad ora ci dovrebbe essere il cosiddetto backstop ossia un periodo successivo a dicembre 2020 in cui, in caso di mancato accordo con l’Unione, non si erigano barriere tra Belfast e Dublino. Questo porterebbe di fatto l’Irlanda del Nord a essere ancora allineata con l’UE su alcuni standard incrinando così l’unita del Regno Unito e vincolandolo ancora alle decisioni continentali. In particolar modo si vogliono evitare ingerenze in materia di protezione sociale e sui criteri ecologici europei, sempre più stringenti.
