Reddito di cittadinanza: ecco i punti da chiarire
Sono ancora numerosi gli aspetti relativi al Reddito di cittadinanza che di Maio deve chiarire. Uno di questi riguarda quale debba essere la tecnologia utilizzabile per le carte prepagate da inviare alla platea prescelta per il reddito di cittadinanza. Altro problema, il Governo si affida alla sperimentazione in atto a cura di Diego Piacentini, il commissario uscente per l’Agenda digitale che sta mettendo a punto una app per le comunicazioni con i cittadini, ma non è detto che i poveri posseggano un telefonino e ciò complica le cose. Terzo punto: i centri per l’impiego dovrebbero essere gli strumenti indispensabili per aiutare coloro che versano in condizioni di povertà a cercare lavoro ma non funzionano come dovrebbero, in quanto non sono interconnessi e soprattutto non sono in grado di agire sulla formazione, indispensabile per irrobustire il curriculum delle fasce deboli del mercato. Altra problematica riguarda l’effettiva possibilità di coloro che ricevono l’incentivo economico, di trovare un’occupazione, con il rischio che l’incentivo diventi una rendita strutturale. Senza contare che in alcun territori non è realistico immaginare addirittura tre possibili offerte di lavoro.
In definitiva sulla smart card immaginata dal Governo dovrebbero interagire l’Inps, i Centri per l’impiego, il sistema bancario coinvolto in convenzione, l’Agenzia delle entrate e la Guardia di Finanza per i controlli finali.
