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  • Immagine del redattoreLuca Baj

Mercato del lavoro sempre più polarizzato. Il caso olandese


La composizione del mercato dell'occupazione sta mostrando una doppia tendenza verso gli estremi: da una parte vi è un aumento dei posti di lavoro poco qualificati e routinari, dall'altra si assiste ad una diminuzione delle mansioni di livelle medio. Si tratta di un fenomeno, definito come "polarizzazione" del lavoro, osservabile e documentabile in molti paesi dell'OCSE e conseguente sia all'effetto della globalizzazione sia all'impiego dell'automazione. Ci sono però delle differenze tra paese e paese e tra regioni di uno stesso paese. In quale misura e con quali effetti sulle varie classi di lavoratori è il campo d'indagine di Raquel Ortega-Argilès, professoressa di sviluppo economico regionale all'Università di Birmingham, che ha esposto il frutto di una sua recente ricerca sul mercato del lavoro olandese.

Il caso olandese è però piuttosto particolare. Nei Paesi Bassi, almeno sul piano nazionale e non su scala regionale, la polarizzazione si manifesta più nel mercato del lavoro maschile, mentre nelle donne, molte delle quali lavorano part time ma che percepiscono in media stipendi più alti, compare più nei lavori ad alta remunerazione. Forte è invece tra i giovani a livello di mercato del lavoro regionale (i casi analizzati riguardano le regioni di Groningen e di Zeeland). Anche l'introduzione delle nuove tecnologie ha effetti diversi sui generi e incide di più tra gli uomini che non tra le donne. "Le politiche del lavoro - questa la conclusione della studiosa inglese - devono essere tarate a livello regionale. Interventi sulla mobilità, l'apprendistato e la formazione possono compensare il calo dei salari che si sta registrando nella categoria intermedia di lavoratori".


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